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DIE WALSER GEMEINSCHAFT
Storia dei Walser
L’immagine che più sovviene ai nostri occhi quando pensiamo alle Alpi, è quella di folkloristici paesini immersi nel verde o di comprensori sciistici. Tutine colorate che svolazzano sulle piste come farfalle dai colori sgargianti; sentieri percorsi da vocianti turisti, placide mucche al pascolo sugli alpeggi. Un quadro idilliaco, non c’è dubbio. Solo qualche secolo fa’, tuttavia, l’attrattiva che queste solenni montagne aveva sugli uomini era decisamente minore, anzi…
LE ALPI PRIMA…
“Le nevi che si confondevano col cielo, creature mostruose irrigidite nel ghiaccio, e il resto ancora più orrendo alla vista che nei racconti… tutto dava nuova esca alla paura.” (Tito Livio) Le Alpi: un accidente della natura; un ostacolo ai traffici commerciali e culturali, oltre che militari (Tacito – Infames frigoribus Alpes). Solo terreni inospitali, incoltivabili ed indomabili. Non v’era altra definizione per la grande catena che divideva la penisola Italiana, con i suoi sbocchi al mare ed i suoi centri pieni di vita, dal resto del continente europeo. Non era certo una passeggiata per i viandanti di allora valicarne i suoi passi ed attraversane i ghiacciai; se l’impresa appariva ardua al pellegrino, a maggior ragione lo era per i grandi eserciti. Solo poche tribù, sotto la pressione di popoli più forti, ardirono abitarne le pendici, affacciate ai fondovalle, dissodando la terra, bonificando le paludi e coltivando rive dei fiumi. Le valli superiori rimasero tuttavia deserte, avvolte dal silenzio o percorse solo per brevi periodi come pascolo estivo. I primi che nell’antichità vissero, per così dire, “stabilmente” in alta quota furono uomini ardimentosi che, dopo la fine dell’era glaciale si erano spinti sulla montagna a coltivare miniere, cercare cristalli o a praticare la caccia. Scavi archeologici hanno riportato alla luce tracce di presenze umane inaspettate per l’antichità a cui risalgono e per l’altitudine dei luoghi. Queste antiche tracce sono disseminate lungo i grandi itinerari di attraversamento delle Alpi già descritte da Strabone, quali il Gran San Bernardo o il Brennero. Sono comunque segni di una penetrazione umana ancora timida, che evitava di allontanarsi dalle vie battute e affrontare le incognite delle valli interne. Bisogna aspettare il tardo medioevo, con le sue problematiche e rivoluzioni per vedere le prime vere colonizzazioni sulle “Alpi somme”.
LE ALPI POI …
Due furono i fattori che incisero in modo determinante a stimolare l’immobile società del tempo verso la colonizzazione di tali orripilanti luoghi alpini: l’economia ed il clima.
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Storia dei Walser
L’immagine che più sovviene ai nostri occhi quando pensiamo alle Alpi, è quella di folkloristici paesini immersi nel verde o di comprensori sciistici. Tutine colorate che svolazzano sulle piste come farfalle dai colori sgargianti; sentieri percorsi da vocianti turisti, placide mucche al pascolo sugli alpeggi. Un quadro idilliaco, non c’è dubbio. Solo qualche secolo fa’, tuttavia, l’attrattiva che queste solenni montagne aveva sugli uomini era decisamente minore, anzi…
LE ALPI PRIMA…
“Le nevi che si confondevano col cielo, creature mostruose irrigidite nel ghiaccio, e il resto ancora più orrendo alla vista che nei racconti… tutto dava nuova esca alla paura.” (Tito Livio) Le Alpi: un accidente della natura; un ostacolo ai traffici commerciali e culturali, oltre che militari (Tacito – Infames frigoribus Alpes). Solo terreni inospitali, incoltivabili ed indomabili. Non v’era altra definizione per la grande catena che divideva la penisola Italiana, con i suoi sbocchi al mare ed i suoi centri pieni di vita, dal resto del continente europeo. Non era certo una passeggiata per i viandanti di allora valicarne i suoi passi ed attraversane i ghiacciai; se l’impresa appariva ardua al pellegrino, a maggior ragione lo era per i grandi eserciti. Solo poche tribù, sotto la pressione di popoli più forti, ardirono abitarne le pendici, affacciate ai fondovalle, dissodando la terra, bonificando le paludi e coltivando rive dei fiumi. Le valli superiori rimasero tuttavia deserte, avvolte dal silenzio o percorse solo per brevi periodi come pascolo estivo. I primi che nell’antichità vissero, per così dire, “stabilmente” in alta quota furono uomini ardimentosi che, dopo la fine dell’era glaciale si erano spinti sulla montagna a coltivare miniere, cercare cristalli o a praticare la caccia. Scavi archeologici hanno riportato alla luce tracce di presenze umane inaspettate per l’antichità a cui risalgono e per l’altitudine dei luoghi. Queste antiche tracce sono disseminate lungo i grandi itinerari di attraversamento delle Alpi già descritte da Strabone, quali il Gran San Bernardo o il Brennero. Sono comunque segni di una penetrazione umana ancora timida, che evitava di allontanarsi dalle vie battute e affrontare le incognite delle valli interne. Bisogna aspettare il tardo medioevo, con le sue problematiche e rivoluzioni per vedere le prime vere colonizzazioni sulle “Alpi somme”.
LE ALPI POI …
Due furono i fattori che incisero in modo determinante a stimolare l’immobile società del tempo verso la colonizzazione di tali orripilanti luoghi alpini: l’economia ed il clima.
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